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La crisi climatica non è ancora percepita come tale da moltissime persone e purtroppo anche istituzioni. L’urgenza delle nuove generazioni nell’affrontare questo problema arriva annacquata e snaturata a chi deve prendere le decisioni per il futuro del Piemonte in questo senso. Dalla tutela del suolo alla riduzione della produzione di Co2, i passi fatti sono troppo timidi, troppo tardivi.
Non è solo necessario accettare la realtà del cambiamento climatico, ma anche prendersi la responsabilità di fare quanto serve per cambiare la rotta. Non solo pensare a come gestire le conseguenze, ma a come prevenire i disastri prima che accadano. Nascondere la testa sotto la sabbia è quanto di peggio possiamo fare. Se non interveniamo la crisi climatica andrà a rendere più profondo il solco delle disuguaglianze sociali e territoriali. Non possiamo lasciare i cittadini e le cittadine piemontesi sole nell’affrontare questi pericoli.
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