Il Piano socio-sanitario regionale orienta le scelte su sanità e welfare piemontesi. La prima bozza presentata dalla Giunta è apparsa subito carente e distante dai bisogni reali dei servizi e dei territori. Grazie alla richiesta di audizioni, il confronto con operatori e realtà socio-sanitarie ha riportato al centro temi cruciali come liste d’attesa, salute mentale, personale, non autosufficienza e servizi territoriali.
Negli ultimi mesi in Consiglio regionale abbiamo lavorato a lungo e in profondità sul Piano socio-sanitario regionale (PSSR), uno strumento fondamentale perché definisce le priorità, l’organizzazione e gli investimenti della sanità e del welfare piemontese per i prossimi anni.
Ma che cos’è un PSSR?
È il documento di programmazione che orienta tutto il sistema socio-sanitario regionale: sanità pubblica, servizi territoriali, salute mentale, non autosufficienza, prevenzione, integrazione sociale. In altre parole, incide concretamente sulla qualità dei servizi e sulla vita quotidiana delle persone.

La prima bozza presentata dalla Giunta Cirio – in particolare dagli assessori Riboldi e Marrone – ha subito fatto scattare l’allarme nelle minoranze: mancavano molte delle priorità reali che emergono ogni giorno nei servizi e nei territori.
Per questo abbiamo chiesto con forza di aprire una fase di audizioni con le realtà del mondo socio-sanitario. Una richiesta che siamo riusciti a ottenere. E meno male!
È stata senza dubbio la parte più bella e più utile di tutto il percorso: in Commissione abbiamo ascoltato decine di soggetti pubblici e privati, operatori, associazioni, professionisti, che ogni giorno tengono in piedi la sanità e il welfare piemontese.
Da quell’ascolto attento e competente è emerso, di fatto, un vero e proprio “contropiano”, che mette al centro le priorità emerse anche dal confronto: accorciamento delle Liste d’attesa, potenziamento dei servizi per la salute mentale e le dipendenze, attenzione alla non autosufficienza, cura e potenziamento del personale sanitario, sicurezza sul lavoro, case di comunità, medicina di genere, effetti dell’inquinamento sulla salute….
Questi punti sono diventati il cuore del materiale politico di AVS e hanno guidato il nostro lavoro emendativo.
In Commissione, come AVS, siamo riusciti a far approvare 18 emendamenti.
Di questi, 5 portano la mia firma, ma sono il risultato di un lavoro collettivo costruito grazie ai contributi arrivati dal territorio.
In sintesi, riguardano:
Con la discussione e la votazione in Consiglio regionale sono stati approvati anche ulteriori emendamenti presentati in Aula, che hanno rafforzato il Piano su ambiti per me e per AVS centrali, spesso trascurati nella programmazione regionale.

In particolare, il lavoro svolto ha riguardato:
Il Piano socio-sanitario regionale non è il Piano che avremmo scritto da zero.
Ma grazie a un lavoro costante di mediazione, di ascolto e di dialogo con le realtà del territorio, siamo riusciti a introdurre correttivi importanti, che migliorano l’impianto complessivo e rafforzano l’attenzione verso le persone più fragili.
Continueremo a seguire con attenzione l’attuazione concreta del PSSR, perché questo lavoro non resti solo sulla carta, ma produca effetti reali nei servizi e nella vita delle persone.
Qui trovi tutto il materiale relativo al lavoro fatto come gruppo AVS: gli emendamenti, gli ODG e le mozioni (approvati e respinti) insieme ad un pratico sommario, il comunicato stampa di fine lavori e la versione finale del Piano come è stato infine votato.
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