Piano socio-sanitario regionale: cosa è successo e perché il nostro lavoro conta

Sanità

22/12/2025

Il Piano socio-sanitario regionale orienta le scelte su sanità e welfare piemontesi. La prima bozza presentata dalla Giunta è apparsa subito carente e distante dai bisogni reali dei servizi e dei territori. Grazie alla richiesta di audizioni, il confronto con operatori e realtà socio-sanitarie ha riportato al centro temi cruciali come liste d’attesa, salute mentale, personale, non autosufficienza e servizi territoriali.

Negli ultimi mesi in Consiglio regionale abbiamo lavorato a lungo e in profondità sul Piano socio-sanitario regionale (PSSR), uno strumento fondamentale perché definisce le priorità, l’organizzazione e gli investimenti della sanità e del welfare piemontese per i prossimi anni.

Ma che cos’è un PSSR?
È il documento di programmazione che orienta tutto il sistema socio-sanitario regionale: sanità pubblica, servizi territoriali, salute mentale, non autosufficienza, prevenzione, integrazione sociale. In altre parole, incide concretamente sulla qualità dei servizi e sulla vita quotidiana delle persone.

Dalla prima bozza all’ascolto del territorio

La prima bozza presentata dalla Giunta Cirio – in particolare dagli assessori Riboldi e Marrone – ha subito fatto scattare l’allarme nelle minoranze: mancavano molte delle priorità reali che emergono ogni giorno nei servizi e nei territori.

Per questo abbiamo chiesto con forza di aprire una fase di audizioni con le realtà del mondo socio-sanitario. Una richiesta che siamo riusciti a ottenere. E meno male!

È stata senza dubbio la parte più bella e più utile di tutto il percorso: in Commissione abbiamo ascoltato decine di soggetti pubblici e privati, operatori, associazioni, professionisti, che ogni giorno tengono in piedi la sanità e il welfare piemontese.

Da quell’ascolto attento e competente è emerso, di fatto, un vero e proprio “contropiano”, che mette al centro le priorità emerse anche dal confronto: accorciamento delle Liste d’attesa, potenziamento dei servizi per la salute mentale e le dipendenze, attenzione alla non autosufficienza, cura e potenziamento del personale sanitario, sicurezza sul lavoro, case di comunità, medicina di genere, effetti dell’inquinamento sulla salute….

Questi punti sono diventati il cuore del materiale politico di AVS e hanno guidato il nostro lavoro emendativo.

Il lavoro in Commissione

In Commissione, come AVS, siamo riusciti a far approvare 18 emendamenti.
Di questi, 5 portano la mia firma, ma sono il risultato di un lavoro collettivo costruito grazie ai contributi arrivati dal territorio.

In sintesi, riguardano:

  • la valutazione dell’impatto sociale degli interventi, accanto agli indicatori nazionali;
  • la valorizzazione dei professionisti sanitari con titoli esteri;
  • l’integrazione tra salute mentale e dipendenze, con maggiore attenzione alla prevenzione;
  • la qualità delle strutture residenziali come parte integrante dei percorsi di cura;
  • il rafforzamento degli interventi territoriali integrati per le persone più vulnerabili.

Il passaggio in Aula

Con la discussione e la votazione in Consiglio regionale sono stati approvati anche ulteriori emendamenti presentati in Aula, che hanno rafforzato il Piano su ambiti per me e per AVS centrali, spesso trascurati nella programmazione regionale.

In particolare, il lavoro svolto ha riguardato:

  • salute in carcere, attraverso un emendamento presentato insieme al collega Domenico Rossi (PD), che introduce un rafforzamento strutturale della sanità penitenziaria: dalla governance interistituzionale alla continuità assistenziale, dall’integrazione con i servizi territoriali e ospedalieri fino alla prevenzione del rischio suicidario e allo sviluppo della telemedicina;
  • infanzia, adolescenza e affido familiare, con un emendamento costruito insieme alla collega Monica Canalis (PD), che prevede la predisposizione di un Piano regionale per l’infanzia e l’adolescenza, nuove linee di indirizzo sull’affido, una campagna di promozione su tutto il territorio e un rafforzamento della formazione e del supporto alle famiglie affidatarie;
  • minori stranieri non accompagnati, con l’introduzione di un paragrafo specifico dedicato ai percorsi di tutela, al coordinamento interistituzionale e alla valorizzazione dei tutori volontari, per garantire una presa in carico più uniforme e tempestiva su tutto il territorio regionale;
  • dipendenze, con il ripristino di uno spazio stabile di analisi e confronto attraverso la ricostituzione dell’Osservatorio regionale sulle Dipendenze, fondamentale per leggere l’evoluzione dei fenomeni e orientare politiche basate su dati ed evidenze;
  • qualità e controllo dei servizi accreditati, rafforzando i sistemi di vigilanza e verifica sulle strutture e sui servizi socio-sanitari, a tutela delle persone più fragili e della qualità della presa in carico.

Un piano migliorato, ma la partita non è chiusa

Il Piano socio-sanitario regionale non è il Piano che avremmo scritto da zero.
Ma grazie a un lavoro costante di mediazione, di ascolto e di dialogo con le realtà del territorio, siamo riusciti a introdurre correttivi importanti, che migliorano l’impianto complessivo e rafforzano l’attenzione verso le persone più fragili.

Continueremo a seguire con attenzione l’attuazione concreta del PSSR, perché questo lavoro non resti solo sulla carta, ma produca effetti reali nei servizi e nella vita delle persone.

Qui trovi tutto il materiale relativo al lavoro fatto come gruppo AVS: gli emendamenti, gli ODG e le mozioni (approvati e respinti) insieme ad un pratico sommario, il comunicato stampa di fine lavori e la versione finale del Piano come è stato infine votato.



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